Venere e satiro

GUGLIELMO TALAMINI (Vodo di Cadore 1867 – Faenza 1917)

Olio su tela, cm 128 x 176
Inv. 845
Provenienza: legato Angela Acquaviva 1927

Un tema ricorrente nella produzione di Talamini, specie nella fase più matura, è quello del racconto mitologico. Venere in parte distesa a terra col braccio destro appoggiato, si mostra procacemente al Satiro, deliziato dalla vista delle membra voluttuose della dea. Lo sguardo del soggetto femminile mitologico crea all’interno della narrazione pittorica un’atmosfera di erotismo vibrante. Il volto della creatura semidivina maschile, nonostante la poca definizione dei tratti facciali, trasmette il desiderio lussurioso di gettarsi tra le braccia della dea dell’amore. Il soggetto maschile ha sempre avuto una valenza di tipo sessuale, è visto come una figura non capace di trattenere i propri istinti animaleschi. Collocato all’interno di questa composizione non può far altro che ammirare le carni della prominente Venere di rango maggiore rispetto alla sua condizione di divinità minore.