San Sebastiano

PITTORE VENETO, ULTIMO QUARTO DEL SECOLO XVII
San Sebastiano
Olio su tela, inv. 551

San Sebastiano è raffigurato trafitto dalle frecce, conforme al racconto agiografico del primo martirio subìto. La figura in una studiata postura è spinta in primo piano, profilata da un lato su un cielo nuvoloso, dall’altro su un tronco d’albero in controluce. Tale soluzione unita al movimento contrapposto delle braccia e a quella speciale indagine luministica volta ad investigare il torso del santo colto in un movimento sinuoso, rimanda a linee fondamentali della pittura veneta cinquecentesca, quelle che fanno capo a Paolo Veronese e al Tintoretto. Quanto al primo si fa riferimento al riguardo della spazialità e accertamento disegnativo della postura; per l’altro a proposito della tensione dinamica, dell’abbreviatura nella definizione pittorica e nella scelta delle gamme pur in presenza di un’alta e diffusa luminosità. Abbreviatura che ben si esprime anche nella pittura di tocco che qualifica il volto, nonché il brano paesistico e le poche fronde dell’albero. Pertanto, il dipinto asolano per il quale non si è in grado di accertare al momento un preciso modello ideativo da cui possa derivare, è da riconoscere a un pittore che s’inserisce in quella linea della pittura veneta che, fra Cinque e Seicento, fa sintesi di queste fondamentali istanze stilistiche.