Ritratto di Domenico Manera

ANDREA POZZI (Roma 1777-1837)
Ritratto di Domenico Manera
Olio su tela, inv. 566

Se inizialmente gli studiosi identificarono il soggetto di questa tela, con il ritratto di Antonio Canova, colto nel presentare la pianta del tempio di Possagno oppure del santuario della Madonna del Covolo di Crespano del Grappa; in seguito concordarono nell’identificare l’uomo ritratto con Domenico Manera. Si è giunti a tale conclusione non solo per la diversità fisiognomica del personaggio ritratto rispetto a Canova, ma anche per il fatto che il progetto presentato non sembra corrispondere né al Tempio di Possagno né alla chiesa della Madonna del Covolo. Una maggiore conferma viene data dall’identificazione del busto scolpito, posto alla spalle dell’effigiato come quello di Pasin Canova, nonno di Domenico Manera e di Antonio Canova, resa possibile grazie alla lettura dell’iscrizione sul piedistallo, che recita:«Pasin Canova di Possagno nato nel 1714 e morto nel 1794».
Domenico Manera era dunque cugino di primo grado del celebre artista, presso il cui studio romano si ritrovò a lavorare come scultore. Della sua attività come architetto, palesata dalla carta con il progetto e dal compasso posto sul tavolo, nulla si conosce con certezza, ma forse, Domenico Manera potrebbe essere riconosciuto in quel Domenico Canova vincitore del secondo premio di architettura all’Accademia di Venezia nel 1795.
L’esecuzione del ritratto si inquadra nel contesto dei rapporti di Andrea Pozzi con Canova negli anni che coincidono con il primo quadriennio in cui lo scultore ricoprì la carica di Principe dell’Accademia di San Luca, conferitagli il 2 settembre 1810, poi divenuta perpetua.
L’ingresso di Pozzi nell’entourage di Canova è poi sancito dal matrimonio con Vittoria, figlia di Antonio d’Este, segretario del grande scultore.