IL DOGE ANDREA GRITTI RICEVE FRANCESCO II SFORZA DUCA DI MILANO IN VISITA A VENEZIA IL 20 OTTOBRE 1530

PITTORE VENETO, post 1530
Olio su tavola, 124 x 200 cm
Inv. 508
Provenienza: donazione Caterina Coleman de Kay Bronson, 1889
Restauri: Volpin, 1977

Il dipinto è in stato di conservazione discreto grazie al restauro del 1977 che ha coperto alcune lacune lungo il margine inferiore e sulle giunture delle tavole del supporto.
Sebbene non si sia trattato di una vera e propria visita di stato, l’arrivo in laguna di Francesco II Sforza ebbe indubbiamente importanza e venne ricordato anche da Francesco Sansovino nel suo “Cronico particolare” della storia di Venezia (1581).
Per l’ispirazione tematica la critica ha recentemente accostato il dipinto alla produzione della scuola di Gentile Bellini. L’artista anonimo che lo ha realizzato può essere annoverato tra gli specialisti in “pittura di storia” destinata ai cassoni, al mobilio e all’arredo. Lo stile è arcaizzante sia nelle scelte spaziali che in quelle iconografiche, rigido nel disegno, più aggiornato nell’uso del colore.
Al centro della composizione è il doge Gritti che indossa la dogalina scarlatta e un bavero di ermellino. Un patrizio gli regge il manto in broccato, un altro l’ombrello in tessuto d’oro.
In secondo piano è rappresentato il duca Francesco II Sforza che avanza in abito cremisi e con in capo il tricorno dello stesso colore, accompagnato dal suo seguito. La figura di un giovane con le stampelle che precede il corteo sforzesco si inserisce bene nel contesto cittadino (si vedono poco distante un cane che corre e la folla che assiste alla scena) ma può essere anche un riferimento allusivo alle condizioni di salute del Duca, che le fonti in realtà ci descrivono nel 1530 barcollante, incapace di piegare le gambe e aiutato dal bastone.
Il dipinto si trova oggi nella sezione dedicata alla Regina Cornaro, poiché al tempo della donazione al Museo lo si è ritenuto una testimonianza dello “sbarco a Venezia di Caterina Cornaro dall’isola di Cipro”. Questa interpretazione è tuttavia dubbia: la regina era stata a suo tempo identificata con la nobildonna in primo piano sulla destra, la quale tuttavia si mostra priva della corona e con la sinistra non regge lo scettro ma un bastone da passeggio. Inoltre il corteo dogale, pur nell’approssimazione arcaica dei rapporti spaziali, non sembra dirigersi verso la donna, bensì in profondità, in direzione del corteo appena approdato sul molo.