Elia soccorso dall’angelo

PITTORE VENETO, CIRCA 1754
Elia soccorso dall’angelo
Olio su tela, inv. 772

La composizione svolge il racconto biblico di Elia, il quale inoltratosi nel deserto per sfuggire a Gezabele, senza forze e nutrimento decise di stendersi sotto un ginepro e attendere la morte. Apparve allora un angelo che gli diede da mangiare e da bere. Nell’iconografia tradizionale l’emissario celeste reca il pane e il vino che prefigurano quelli eucaristici. Nel dipinto di Asolo, Elia è colto nel momento del risveglio, allorché l’angelo gli indica il salvifico pezzo di pane e l’orcio da pellegrino con il vino, posti accanto a lui.
Il profeta veste una tunica di colore azzurro chiaro e un mantello grigio dagli effetti di trasparenza in cui le pennellate sono condotte con libertà. Ha i calzari ai piedi. Il volto rugoso è bordato da una corta barba bianca, vicino è appoggiato il bastone che lo ha sorretto nel cammino. L’angelo dai capelli biondi e ricciuti ha una veste di un giallo brillante su cui è gettato un drappo di rosso acceso. Sullo sfondo a sinistra, oltre a una quercia, si scorge un paesaggio dominato da un alto monte con una città turrita. Con la forza datagli dal cibo presentatogli dall’angelo, narra il testo biblico, Elia camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.
L’attribuzione dell’opera ad un preciso pittore, che tuttavia rimane anonimo, deriva dal confronto fatto dallo studioso Giorgio Fossaluzza, con altri due dipinti: la pala con I Santi Antonio da Padova e Giovanni Evangelista della chiesa parrocchiale di San Lorenzo di Poggiana di Riese Pio X (Fossaluzza, Cassamarca, 1995, pp. 166-67) e la Madonna del Rosario e i santi Francesco d’Assisi e Domenico dell’Oratorio di San Francesco d’Assisi a Masiere di Possagno(Fossaluzza, Cassamarca, 1999, pp.148-49).