Venere nelle terre di Antonio Canova
Asolo, Museo Civico
Crespano del Grappa, Palazzo Reale
Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova
26 settembre 2015 – 24 aprile 2016

Chi visita la mostra sulle Veneri entra nelle “Terre di Canova”: Antonio Canova è nato a Possagno, la madre Angela Zardo era originaria di Crespano, la nonna Caterina Ceccato era nata ad Asolo… E potremmo continuare così per molti legami di parentela della famiglia dei Canova nella Pedemontana veneta tra Piave e Brenta.
La mostra “Venere nelle Terre di Canova” vuole proporre al mondo degli appassionati e dei cultori una grande esposizione sul tema della Venere.
Ma non solo: c’è l’interesse, finalmente, di scoprire i luoghi che hanno formato la sensibilità di Canova alla bellezza e alla creatività. In un legame indissolubile di arte e territorio.
Le Terre venete di Canova, rimaste pressoché incontaminate, come duecento anni fa, e ai margini dei grandi centri urbani, mostrano le dolcissime linee degli orizzonti, le colline di Asolo abbracciate dal massiccio del Grappa.
La visione di borgate e colmelli medievali dove svettano chiesette e campanili rende lieti i percorsi naturalistici e i sentieri montani.
Sapori e profumi di una cucina tradizionale e ricca di gusto fanno allegra la vita e costituiscono il benvenuto per il visitatore che voglia immergersi nelle ville palladiane o sia interessato a salire sulle cime delle montagne dove sono indelebili i segni tragici della Grande Guerra.

Asolo, uno dei “Borghi più Belli d’italia”, la carducciana “città dai cento orizzonti” è terra di almeno tre donne straordinarie: Caterina Cornaro, la regina di Cipro che qui tenne una delle più raffinate Corti rinascimentali, Eleonora Duse, la “Divina” amata da D’Annunzio, e Freya Stark, esploratrice e scrittrice inglese che qui tornava dopo ogni viaggio.
Nel Museo Civico della città e nella prestigiosa Sala della Ragione che fu culla di esso grazie alle prime donazioni canoviane, si potranno ammirare una importante selezione di opere di Canova che evidenziano la presenza di Venere e della Bellezza più in generale nelle differenti espressioni artistiche dalla scultura, alla pittura, all’incisione; accanto ad esse preziosi ed inediti documenti sottolineeranno il legame tra l’Artista e la Città.
Possagno conserva il nucleo principale della mostra sulle Veneri: nella Casa e nella Gipsoteca (primo museo pubblico del Veneto) sono decine le Veneri espresse da Canova nelle tecniche più diverse, dai modelli, ai bozzetti in terracotta, dalle tempere ai dipinti ai disegni alle incisioni. “La mostra sulle Veneri è nata effettivamente a Possagno”, ricorda Gianni De Paoli sindaco di Possagno che da sempre considera “Canova l’ambasciatore di una terra più vasta dei piccoli confini comunali”. Oggi infatti Canova è un artista globale, “le sue opere sono presenti nelle principali collezioni del Mondo – continua De Paoli – ma solo chi viene nelle terre venete dell’artista, non solo a Possagno ma anche a Crespano e ad Asolo, ritrova la collezione dei suoi dipinti, la gipsoteca dei modelli originali in gesso, i bozzetti in terracotta, alcuni marmi di straordinario valore, le due chiese (il Tempio e il santuario del Covolo) che l’artista ha progettato”.
A Crespano del Grappa è stata affidata la realizzazione di un fitto calendario di manifestazioni che completano e arricchiscono la grande mostra sulle Veneri: “sono felice che la patria di Angela Zardo, madre di Canova, e di Giovanni Battista Sartori, fratello dell’artista, sia partner di questo evento culturale”, afferma Annalisa Rampin sindaco di Crespano del Grappa. “E’ stato il fratello Sartori, erede universale di ogni sostanza di Canova, a dotare queste nostre terre asolane e pedemontane di fondazioni, chiese, strade, ponti, scuole, ospedali, fontane…. Noi, che siamo gli eredi di questo suo amore per i nostri borghi, vogliamo continuarne l’opera di valorizzazione”. Nei programmi che Crespano è chiamato a realizzare durante i mesi della mostra, sono previsti conferenze, convegni, concerti, degustazioni… A breve anche un annullo filatelico delle Poste italiane per celebrare i 200 anni dal rientro in Italia delle opere d’arte trafugate da Napoleone: in Francia, alla conferenza di Parigi, nell’autunno 1815, c’erano i due fratelli, Antonio Canova e Giovanni Battista Sartori, a trattare con i Grandi della Terra, a nome di Pio VII, per riportare a casa il Laocoonte, la Venere dei Medici, i Cavalli di san Marco e altre centinaia di statue e di dipinti delle nostre principali collezioni italiane.